Durante la riunione del PAFF Animal Health and Welfare Committee, che si è tenuta a Bruxelles il 22 gennaio 2025 , l’Italia ha presentato la richiesta di riconoscimento del ritorno all’indennità del cluster di Peste Suina Africana (PSA) identificato nel Comune di Roma.
I funzionari della Commissione europea e i Paesi membri hanno preso atto delle prove che il Ministero della Salute ha esposto a supporto della richiesta e la votazione ha ratificato questo importante risultato raggiunto dall’Italia.
Un lavoro di squadra
Il dato è in netta controtendenza: mentre l’epidemia di PSA dilaga e si diffonde in forma apparentemente incontrollabile, l’Italia può vantare risultati favorevoli:
- la Sardegna è stata dichiarata indenne dopo una battaglia iniziata nel 1978
- in provincia di Savona sono state ridotte le aree soggette a restrizione riconoscendo che la popolazione dei cinghiali non è più infetta
- il cluster di Roma scompare dalle aree infette d’Europa
Dall’identificazione dei primi casi positivi a Roma, sono state attuate specifiche strategie di controllo della malattia mirate all’eradicazione dell’infezione che sono state progettate e implementate con precisione dalle Autorità competenti a livello locale, regionale e nazionale. La sinergia tra le diverse Istituzioni coinvolte ha consentito di affrontare efficacemente sia le sfide dirette legate al processo di eradicazione, sia le variabili indirette associate al contesto sociale e urbano in cui si è sviluppato il cluster.
L’applicazione rigorosa e costante delle misure previste dai Piani di eradicazione annuali, in conformità alla normativa vigente e alle linee guida della Commissione Europea, ha portato a risultati significativi. Grazie a questi progressi, si è potuto avviare il processo di verifica dell’eradicazione della Peste Suina Africana nel cluster.
Un modello da replicare
I dati raccolti dimostrano che la exit strategy è stata completata con successo.
Durante il periodo di osservazione il numero di carcasse di cinghiale rinvenute e sottoposte a test ha superato quello stimato, sia nella fase di screening sia nel periodo di conferma. Inoltre, le carcasse campionate sono risultate distribuite in modo uniforme sia nel tempo sia nello spazio, a testimonianza dell’impegno profuso per garantire una sorveglianza passiva efficace.
La sorveglianza attiva ha completato il quadro, rivelandosi altrettanto capillare e accurata, sia sui cinghiali cacciati che su quelli catturati e abbattuti nell’ambito delle operazioni di eradicazione e depopolamento condotte nelle Zone di restrizione del Lazio.
Questa attività intensa e sistematica di sorveglianza, sia passiva che attiva, è stata avviata nel maggio 2022 ed è proseguita fino a dicembre 2024. Durante questo periodo, è stato possibile raggiungere la numerosità cumulata di animali e/o carcasse rimosse e sottoposte a test per la PSA, come richiesto dalle Autorità comunitarie.
In definitiva, ha pagato l’organizzazione di un sistema teso a confinare la malattia e la popolazione target e allo stesso tempo a ridurre la pressione virale con la rimozione delle carcasse. Questo modello, applicato in una piccola area, può certamente essere esportato e replicato anche altrove con gli opportuni aggiustamenti per aver ragione di questa malattia in forma definitiva.

Rappresentazione delle zone soggette a restrizioni I, II e III elencate nell’allegato I del Regolamento di esecuzione (UE) 2023/594 della Commissione, modificato da ultimo dal Regolamento di esecuzione (UE) 2025/164 della Commissione del 23 gennaio 2025.