La Peste Suina Africana (PSA), come tutti gli addetti ai lavori sanno, è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini con un esito spesso infausto.
In Italia il genotipo 1 è stato introdotto in Sardegna nel 1978 ed è stato eradicato solamente nel 2024.
Nel 2017 il genotipo 2 è arrivato in Europa e ha raggiunto il nostro Paese nel 2022 con un primo focolaio in Piemonte.
Il virus si è diffuso colpendo anche aziende suinicole che vantavano elevati standard di biosicurezza.
Sebbene i focolai siano stati limitati, centinaia di aziende hanno dovuto subire delle restrizioni con divieti alla movimentazione, sovraffollamento di maiali e gravi perdite economiche per il settore.Due sono le principali epidemie da PSA registrate in Italia negli allevamenti suinicoli, pur non essendo le uniche.La prima si è verificata tra maggio e settembre 2023 in Lombardia; la seconda tra luglio e ottobre 2024 tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.
La ciclicità estiva degli episodi epidemici, contraddistinta da eventi improvvisi privi di una spiegazione chiara e la coincidente alta densità di insetti nelle aree colpite, hanno generato non poche speculazioni sul possibile ruolo di questi ultimi come vettori del virus.
Non va dimenticato che il virus della PSA si trasmette tra suini e cinghiali tramite contatto diretto e indiretto. Nel primo caso la trasmissione avviene tra animali sani e malati (o loro carcasse); mentre la trasmissione per via indiretta coinvolge materiale contaminato, comprese le carni di suini infetti. Inoltre, la zecca molle del genere Ornithodorus, assente in Europa, rappresenta un vettore biologico fondamentale in Africa, all’interno del quale il virus può replicare.
L’ipotesi che altri artropodi presenti sia in Europa che in Italia si comportino da vettore biologico al pari della zecca molle è stata fino a oggi smentita.
La possibilità invece che insetti come le mosche e i tafani possano fungere da vettori meccanici trasportando passivamente il virus, che in questo caso non replica, e provocare l’infezione dei suini è stata scientificamente dimostrata.
È però opportuno rimarcare che sebbene la trasmissione del virus della PSA tramite insetti sia possibile, gli esperti ritengono che il loro ruolo sia verosimilmente trascurabile.
La combinazione di eventi necessaria affinchè un insetto possa contaminarsi e diffondere il virus a distanza è infatti piuttosto improbabile anche nei cluster registrati in Itali
Il loro raggio di azione è infatti limitato e quindi si potrebbe pensare a una diffusione all’interno dello stesso allevamento ma, in questo caso, la trasmissione diretta o legata alle pratiche zootecniche è senz’altro molto più efficace: la quantità di virus “movimentata” dagli insetti sarebbe infatti certamente minore.
Il rischio è quello di dimenticare che il virus della PSA è dotato di caratteristiche di resistenza considerevoli e sopravvive a lungo nei materiali contaminati e non disinfettati: momenti di distrazione come l’utilizzo di stivali sporchi; ruote di camion non adeguatamente pulite o attrezzature impropriamente condivise, possono facilmente rendere inefficaci le barriere sanitarie e rappresentare una minaccia maggiore e più concreta rispetto a quella derivante dagli insetti.
I focolai del 2023 e del 2024 hanno colpito aree già gravemente contaminate, caratterizzate da un’alta pressione virale derivante dalla contaminazione ambientale. In questo contesto è cruciale rafforzare ulteriormente le misure di biosicurezza che rimangono l’unica difesa contro la Peste Suina Africana: è importante infatti sottolineare che la biosicurezza non riguarda solo gli aspetti strutturali ma, soprattutto, quelli gestionali.Non serve cercare interpretazioni fantasiose per spiegare eventi improvvisi e disastrosi, ma è essenziale imparare dagli errori per evitarne la ripetizione.
La lotta contro la PSA richiede un impegno collettivo: allevatori, veterinari e cacciatori devono adottare comportamenti responsabili per tutelare il settore suinicolo sotto il profilo sociale, economico e culturale.
Il lavoro di molti non può essere compromesso dagli errori di pochi.